Napoli – Scena di vita quotidiana – Riviera di Chiaia animata con la Villa Nazionale, foto 1876 ca.
Categoria: Villa Nazionale Page 1 of 3
Napoli – Giorgio Sommer – Riviera di Chiaia con scorcio della Villa Nazionale da Largo Vittoria, foto 1880 ca.
Napoli – Giorgio Sommer – Villa Nazionale con la fontana della Tazza di Porfido detta anche fontana della Paparelle, in fondo la Cassa Armonica, foto animata 1890 ca.
Napoli – Edizioni Alinari – Villa Municipale già Nazionale e la via Caracciolo, alla sinistra della villa uno dei due galoppatoi, in fondo il Grand Hotel e la collina di Posillipo, foto 1890 ca.
Napoli – Via Caracciolo con il galoppatoio e scorcio della Villa Nazionale, in fondo la collina di Posillipo ancora deserta, foto cartolina 1890 ca.
Napoli – Panoramica dal Grand Hotel con in primo piano la Villa Comunale, foto 1880 ca.
Napoli – Scorcio all’interno della Villa Nazionale con l’hotel Grande Bretagne sito alla riviera di Chiaia, foto cartolina inizi del ‘900.
La fontana della Tazza di Porfido è detta anche fontana delle Quattro Stagione, questo dovuto ai 4 busti raffiguranti le stagioni, o popolarmente detta dai napoletani detta delle Paparelle.
In primo piano da destra verso sinistra Palazzo Ravaschieri di Satriano e Palazzo San Teodoro, in alto la collina del Vomero con Villa Lucia e scorcio della Villa Floridiana
Il Tempietto dedicato a Virgilio viene realizzato su un progetto di Stefano Gasse nel 1825, all’interno è visibile un busto di Virgilio scolpito da Tito Angelini nel 1826.
Il Giardino d’Inverno viene autorizzato con un decreto firmato da Ferdinando II il 20 agosto del 1857, la struttura verrà poi abbattuta e confermato con la notizia apparsa sulla rivista L’Illustrazione Italiana nel settembre 1876.
La struttura realizzato in ferro e vetro era un luogo di passeggio con spazi per l’ascolto di musica, un teatro, caffè e sale da ballo.
Con le mareggiate e la salsedine la struttura già a partire del 1871 iniziò a presentare problemi di stabilità, dopo richieste economiche eccessive per un restauro e visto che era posizionato sull’area dove era già in programma la colmata di via Caracciolo, alla fine si decise per la demolizione con i materiali di risulta venduti all’asta.