Siamo nel 1853 e Ferdinando II di Borbone incarica Giovanni de Normann, meccanico della Reale telegrafia elettrica, di acquistare un orologio pubblico elettrico nella lontana Inghilterra.
L’orologio da Londra sarà trasportato con il treno a Liverpool, da li con una nave a vapore verso Napoli.
L’apparecchiatura arriverà danneggiata, tra acquisto trasporto e riparazione, il costo totale sarà di mille ducati, la cifra sarà addebitata a carico dell’amministrazione cittadina.
Come posto dove collocarlo sarà scelto il largo davanti il Palazzo dei Reali Ministeri, questo dovuto al fatto che L’Officina generale dei telegrafi elettrici si trovava nei locali adiacenti al portone sinistro del palazzo.
Sfruttando la vicinanza bastò un breve tratto di cavi elettrici sotterrati per ottenere l’energia elettrica sufficente al funzionamento dell’orologio.
il basamento di pietra lavica e il palo di ferro con con quattro quadranti leggibili anche di notte grazie a un sistema di illuminazione a gas fu progettato dall’architetto municipale Gaetano Genovese.
L’orologio entrò in funzione nel novembre del 1854, fino al 1863, anno in cui l’ufficio dei telegrafi fu spostato a Palazzo Gravina.