Napoli di una volta, capitale di un regno - Ci sono posti in cui vai una volta sola e ti basta… e poi c'è Napoli. - John Turturro

Categoria: Galoppatoio

Napoli – Panoramica dalla Villa Comunale con la Stazione Zoologica Anton Dohrn, il galoppatoio e via Caracciolo, foto 1900 ca.

Napoli – Panoramica dalla Villa Comunale con la Stazione Zoologica Anton Dohrn, il galoppatoio e via Caracciolo, foto 1900 ca.

Napoli – Edizioni Alinari – Villa Municipale già Nazionale e la via Caracciolo, alla sinistra della villa uno dei due galoppatoi, in fondo il Grand Hotel e la collina di Posillipo, foto 1890 ca.

Napoli – Edizioni Alinari – Villa Municipale già Nazionale e la via Caracciolo, alla sinistra della villa uno dei due galoppatoi, in fondo il Grand Hotel e la collina di Posillipo, foto 1890 ca.

Napoli – Via Caracciolo con il galoppatoio e scorcio della Villa Nazionale, in fondo la collina di Posillipo ancora deserta, foto cartolina 1890 ca.

Napoli – Via Caracciolo con il galoppatoio e scorcio della Villa Nazionale, in fondo la collina di Posillipo ancora deserta, foto cartolina 1890 ca.

Napoli – Villa Comunale – Scorcio della Villa Comunale lato piazza Vittoria con il galoppatoio e cumuli di cenere e lapillo dopo l’eruzione del Vesuvio nel 1906, in fondo Castel dell’Ovo.

Napoli – Villa Comunale – Scorcio della Villa Comunale lato piazza Vittoria con il galoppatoio e cumuli di cenere e lapillo dopo l’eruzione del Vesuvio nel 1906, in fondo Castel dell’Ovo.

Napoli – Giorgio Sommer – Scorcio fotografico della Riviera di Chiaia e di uno dei due galoppatoi ai lati della villa Nazionale, l’altro affacciava sul versante di via Caracciolo, scatto fotografico ripreso da Largo Vittoria, poi rinominata piazza, foto animata del 1880 ca.

Napoli – Via Caracciolo, la collina di Posillipo e la parte di galoppatoio che affaccia sul golfo di Napoli, foto fine ‘800.

Napoli – via Caracciolo con ufficiali a cavallo al galoppatoio, foto 1904 ca. Il Galoppatoio circondava il perimetro della Villa Comunale, fu progettato dall’architetto Stefano Gasse nel 1834.

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