Il MANN è tra i più antichi e importanti per ricchezza e unicità del patrimonio.
L’edificio realizzato verso la fine del 1500 era destinato a caserma di cavalleria, per poi passare ad essere sede universitaria(Regi Studi)dal 1616 al 1777.
Nel 1777 la struttura andò incontro ad una interessante e lunga fase di lavori di ristrutturazione, lavori affidati a Ferdinando Fuga e Pompeo Schiantarelli, durante la dominazione francese iniziarono i primi allestimenti e con il ritorno dei Borbone a Napoli nel 1816 il museo verrà battezzato come Real Museo Borbonico e nel 1860 diventerà Nazionale.
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Via Chiatamone con scorcio del boschetto di Francavilla, gli alberi di lecci avvolgevano il il Casino del Chiatamone, detto poi Casino Reale di pesca, la struttura fu fatta costruire da Michele Imperiali, marchese d’Oria e Principe di Francavilla, alla morte del principe avvenuta nel 1782, non avendo eredi diretti, il casino passò direttamente ai Borbone, ma venne apprezzato anche da Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte.
Durante gli anni successivi il casino ha subito varie trasformazioni, da luogo di festini e banchetti passò ad essere l’hotel Washinton prima e poi hotel Hassler.
Quello che una volta fu il casini oggi lo si può vedere alle spalle della Facoltà di Economia e Commercio di via Partenope, mentre da via Chiatamone l’edificio è visibile al civico 55.
La carrozza appartiene all’hotel du Louvre di Capri, (già hotel Bristol), poi hotel Alexandra Miramare, hotel Vesuvio, hotel Royal, hotel Mercedì Maison Bleue, ed in fine Relais Maresca Luxury Small Hotel .
La foto è databile intorno al 1900.
Il leone morente, opera di Antonio Busciolano, rappresenta i caduti della Repubblica Partenopea del 1799;
Il leone trafitto dalla spada, opera di Stanislao Lista, rappresenta i caduti carbonari del 1820;
Il leone sdraiato, opera di Pasquale Ricca, con lo statuto del 1848 sotto la zampa, rappresenta i caduti liberali del 1848;
Il leone in piedi, opera di Tommaso Solari, rappresenta i caduti garibaldini del 1860.
Johann Wolfgang von Goethe quando la visitò scrisse “Questa sera ci siamo recati alla grotta di Posillipo nel momento in cui il sole, tramontando, passa con i suoi raggi fino alla parte opposta. Ho perdonato tutti quelli che perdono la testa per questa città”.